lunedì 1 febbraio 2010

Bir & Fud... ad maiora!

Era un po’ di tempo che non mi affacciavo da Bir & Fud in via Bendetta, non ostante voci amiche, affidabili e gastrocuriose mi avessero suggerito la prova, preannunciandomi novità in cucina e in lista.
Così in una uggiosa serata di sabato mi son infilato nel tunnel di B&F, ritrovando la solita atmosfera allegramente caciarona e la solita processione di questuanti in attesa di un tavolo.
Vedo subito novità in tabella negli antipasti. Spicca “Grazie arcà… ngelo”: mi informo. Sono crocchette di patate e baccalà, con mortadella e cips di guanciale, omeggio – si intuisce – al grande Arcangelo Dandini ed alla sua passione per gli accostamenti sulfurei.
Proviamolo allora. Per tenersi leggeri, prima un colossi Romani, ovvero la classica triplice bruschetta con coda, coratella e trippa. Uno in due basta e avanza, e lo trovo se possibile migliorato dall’ultima esecuzione che avevo gustato.








Arriva poi “Arcà”… è una esplosione di sapori, è vero. Pezzetti di baccalà in mezzo alle patate, umori di mortadella, sopra il guanciale che scrocchia. Il tutto su un lettino di funghi. Accipicchia che bontà! Son tre pezzi, spariscono in un attimo.





A dire il vero avevo ordinato anche l’Arancino meccanico, ma per fortuna si è perso nei tempi della comanda, perché non avrei saputo dove metterlo… visto che arrivava la pizza.
Apro la parentesi “bere”: da B&F, si sa, o è acqua, o è – meglio – birra. Provata una Troll ai sentori d’arancia, una Nora (più impegnativa e meno di pronta beva) ed una chicco di caffè dall’alto grado alcolico (8,5°) ma da vero retrogusto caffeinico… notevole a dir poco!
Bene, siamo alla pizza. Oh, ammetto che l’impasto di B&F mi aveva sempre lasciato perplesso non per il sapore ma per una certa sovrabbondanza, per così dire. Meglio, la pizza era impegnativa soprattutto dopo essersi cimentati con gli antipasti – che sono sempre stati notevoli anche in dimensioni.
Invece, come diceva una vecchia pubblicità, musica nuova in cucina (o nel forno).


(Lo staff al lavoro....)


La pizza è diventata molto più abbordabile, un po’ più bassa e più leggera. Molto, molto meglio. Direi che si è spostata verso la tipologia della pizza che effettivamente di trova a Napoli – non quella che ci viene propinata qui dai vari locali intitolati a Ciro o Funiculì Funiculà – cioè con un minimo di cornicione ma con il centro basso e non spugnoso. Chi conosce il sommo Michele ai tribunali sa cosa intendo...
Per il resto, solita carta ristretta e orientata verso le tipologie classiche di pizza (e nessun fuori carta).
Conclusione, un notevole tiramisù, destrutturato, in bicchiere con scorza all’arancia.








Prezzi al solito onesti chiudono in allegria la serata.
Bene bene, tutto molto bene....

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